CAFFETTERIA, LIBRI & MERCHANIDISING
PRIMO PIANO
UN POSTO DOVE SALVARSI
Tanto tempo fa c’erano gli scrivani. Scrivevano tutto il giorno e li pagavano per essere, a dirla brutta, fotocopiatrici umane. Le prime macchine da scrivere sarebbero arrivate solo negli anni ’70 (dell’Ottocento, naturalmente).
Bartleby, il protagonista del racconto di Melville, faceva quel mestiere lì: copiava documenti per un avvocato di Wall Street. Se ne stava seduto a un tavolino dietro un separé, davanti a una finestra che, “a seguito di successive costruzioni, non si affacciava più su nulla”. L’ufficio aveva un vetro smerigliato che separava le stanze e, quando non c’era un silenzio di tomba, si sentivano i litigi dei suoi colleghi.
Il bar della Holden si chiama così perché Bartleby è un personaggio che ci è caro, e allo stesso tempo volevamo creare un contrasto, o una rivincita, rispetto alla sua storia.
Vorremmo che Bartleby sia più distante possibile da un ufficio di Wall Street: un posto dove ci sia colore, movimento, odori e musica. Le finestre del bar si affacciano sulla vita da ogni lato: là fuori c’è una piazza, un ponte, degli alberi, un mercato.
Vogliamo che nel nostro bar sia impossibile restare intrappolati nei propri pensieri. Ci sono tanti posti alla Holden dove riflettere o scrivere, ma non qui: da Bartleby si chiacchiera, ci si rilassa e si sta insieme agli altri. Anche loro vivono, in questo stesso momento, la stessa esperienza: vale sempre la pena ricordarselo.
Ci piace pensare che se Bartleby lo scrivano fosse venuto in un posto come questo, avrebbe trovato ciò che nella vita gli mancava. Un posto dove salvarsi. In quel caso, forse, il finale del racconto sarebbe stato diverso.
Nell’Upper West Side di Manhattan c’è anche un posto chiamato Barney Greengrass, il Re dello Storione dal 1908. Guardandolo, si ha l’impressione di trovarsi davanti a una copia identica del nostro bar. È vero, ci siamo ispirati a Barney Greengrass: ma il nostro caffè è nettamente migliore.