Hai finito il primo anno di Over 30 e, adesso che il viaggio è terminato, ti è presa la nostalgia tipica del ritorno: pensi ai paesaggi che hai visto, alle persone che hai incontrato, ti guardi intorno e ti senti spaesato. In poche parole, hai già voglia di ripartire.
Niente panico, il viaggio non finisce: puoi iscriverti al secondo anno di Over 30 e seguire un percorso di studi più mirato. Farai nuove esperienze e lavorerai a nuovi progetti, tenendo saldamente per la coda i sogni e le aspirazioni che ti hanno guidato fin qui: il mondo della narrazione diventerà un posto in cui sarai sempre più a tuo agio e in cui potrai avventurarti ogni volta che ti va.

Come funziona? Il secondo anno di Over30 è un percorso che dura otto weekend, da ottobre 2020 a maggio 2021. Non dovrai scegliere una classe, ma seguirai entrambi i percorsi (Scrittura con Emiliano Poddi e Story-Coaching con Filippo Losito).

SCRIVERE
con Emiliano Poddi.
Un giorno Lucentini dice a Fruttero: «Certo che Torino è strana». E Fruttero: «Strana? Perché?». E Lucentini: «Non so, è strana». E Fruttero: «Ok, ma in che senso?» «Beh, nel senso che è strana. E anche le donne di Torino sono strane». Pare che il dialogo sia andato avanti così per dieci minuti buoni. Alla fine, per capirci qualcosa, i due hanno dovuto scrivere La donna della domenica.
Elizabeth Strout: «Io vedo una scena lontana, di là da uno spazio completamente bianco. E allora, per raggiungere quella scena, non posso fare altro che riempire di parole lo spazio bianco, ed ecco un romanzo».
Carlo Lucarelli: «Come faccio a scrivere un romanzo? Semplice: prendo un personaggio, lo metto nei casini e vedo come se la sbriga».
Insomma, a ciascuno la propria strategia di scrittura. Tu avrai a disposizione otto incontri per scoprire la tua e per metterla in pratica.
All’inizio ti chiederemo di presentare l’idea di un progetto narrativo: un romanzo, una raccolta di racconti, quello che vuoi. Non devi per forza avere già tutta la storia in testa. Per partire sarà sufficiente un piccolo spunto (tipo la stranezza di Torino), un personaggio nei pasticci, una scena di là da uno spazio bianco.
Dopodiché, be’, ci sarà da scrivere – e anche da riscrivere, se è per questo. E a forza di scrivere e riscrivere, magari verranno fuori meraviglie come questa: «Il martedì di giugno in cui fu assassinato, l’architetto Garrone guardò l’ora molte volte». È l’incipit de La donna della domenica. Un architetto morto nella prima frase, vivo e vegeto nella seconda. In effetti Torino è proprio strana.
IN CATTEDRA
EMILIANO PODDI
È autore di tre romanzi: Tre volte invano (Instar Libri, selezione Premio Strega), Alborán (Instar Libri) e Le vittorie imperfette (Feltrinelli). Scrive per il teatro e insegna alla Holden dal 2006.

STORY-COACHING
con Filippo Losito.
“Il modo in cui raccontiamo la nostra vita è anche il modo in cui ci apprestiamo a viverla”, sostiene James Hillman. Il potere universale della finzione è la nostra caratteristica più distintiva, ciò che ha reso l’uomo un animale diverso dagli altri. Le storie per gli esseri umani non sono esclusivamente una fonte di intrattenimento: attraverso il racconto accumuliamo esperienze, impariamo a costruire rapporti sociali; grazie al ragionamento astratto e alla fantasia costruiamo mondi alternativi in grado di incidere nella vita reale. Le radici biologiche dello storytelling ci aiutano a comprendere come ogni atto comunicativo sia un atto di finzione in grado di produrre un cambiamento fisico nella realtà e nelle persone.
Story-Coaching è un viaggio nel potere trasformativo delle storie, in compagnia di Milton Erickson, Thomas Mann, Alfred Einstein, Carlo Rovelli, Daniel Dennet, Richard Bandler, Yuval Harari, per citarne alcuni. Insieme scopriremo l’efficacia della parola e del linguaggio, con l’obiettivo di portare alla luce gli strumenti utili alla narrazione, per generare e rigenerare la cornice emotiva di ogni storia, a cominciare dalla propria, e diventare il coach dei propri mondi narrativi.
IN CATTEDRA

FILIPPO LOSITO
Scrive per la narrativa, il teatro e la televisione. Ha pubblicato racconti su antologie e riviste e ha scritto il romanzo Daddy Cool (Compagine, 2014). Ha tradotto e curato l’edizione italiana di Stand-up comedy, il nuovo genere letterario americano (Sagoma, 2016). Per la sceneggiatura di Abbiamo tutta la notte ha vinto il 48 ore Rai Awards. È coautore di 6Bianca, pièce teatrale in sei puntate prodotta dal Teatro Stabile di Torino nel 2015. Ha scritto e interpretato testi per il live e la televisione (Zelig Lab, Copernico, Comedy Central) ed è tra i fondatori di Comedy Studio. Ha curato la regia del format Cambio pelle ma non te, prodotto dalla Scuola Holden e andato in onda su Real Time nel 2018. È direttore creativo della factory WeAreGuru e co-fondatore di ForwardTO. Tra i suoi ultimi lavori, Stand-up Comedy (Dino Audino, 2019) e Fata e Strega (Ed. Gruppo Abele, 2019), scritto con Carlo Freccero. In uscita nel 2020, Neverending Stories (Dino Audino) e Humor e pensiero laterale (Egea Bocconi).
PROGRAMMA STORY-COACHING
Esperienza, archetipi ed empatia
Qual è il rapporto tra storytelling ed esperienza? In che modo informazioni ed emozioni si intrecciano in un atto narrativo? Perché l’empatia è uno strumento fondamentale per coinvolgere l’audience?
Il filosofo della scienza Daniel Dennett definisce gli esseri umani come l’unica specie dotata di un mezzo supplementare di conservazione e comunicazione del progetto: il linguaggio. Se le altre specie possiedono elementi rudimentali di cultura e sono in grado di trasferire informazioni solo attraverso il comportamento e per via genetica, l’essere umano è stato in grado di sviluppare la cultura, uno strumento capace di trasformare in pochi millenni – un’inezia rispetto all’evoluzione della vita – il pianeta e l’intero processo di sviluppo biologico. Le neuroscienze e gli studi sui neuroni specchio hanno dimostrato che negli uomini è presente un’istanza definita “sé narrante”, una precisa funzione della mente in grado di dare un ordine al caos, intessendo una storia infinita nella quale ogni esperienza trova il suo posto e dunque senso duraturo. Non è un caso se, per spiegare il complesso di Edipo, Freud si sia rifatto a una tragedia; se i rituali che organizzano l’agire umano siano depositati nei miti; se le strutture narrative siano classificate a partire da fiabe e leggende. Partiremo da qui per rintracciare gli archetipi che, da sempre, muovono l’esperienza e popolano i sogni e le storie.
Contributi: Gus Van Sant, D. Goleman, J. Campbell, D. Dennett, G. Rizzolatti, C.G. Jung
Thomas Mann sosteneva che spostarsi nello spazio sviluppa forze paragonabili a quelle prodotte dal tempo: ogni viaggio allontana l’uomo dalla quotidianità, dal suo humus originario, dai suoi doveri, interessi, preoccupazioni e prospettive. Allo stesso modo le storie ci allontanano dalla nostra realtà ordinaria per trasferirci in universi nuovi con sfere ad alta densità di significato.
In inglese il termine storytelling è un gerundio, che indica un gesto attivo e sancisce una relazione tra chi racconta e chi ascolta. Ogni film è visto e vede lo spettatore, ogni libro è letto e legge il lettore. Ogni romanzo è scritto e scrive lo scrittore…
In che modo vita e finzione si intrecciano e quanto le narrazioni sono in grado di plasmare il mondo oggettivo, sia dalla parte di chi scrive sia dalla parte di chi legge? Com’è possibile gestire il tempo della scrittura nello spazio della vita ordinaria? Fin dove si spinge la responsabilità di un narratore?
Contributi: Platone, Matrix, T. Mann, A. Schutz, S. Klein, Hulk Hogan, Y. N. Harari
Trovare il tema della propria storia
Il primo atto nella costruzione di una storia è selettivo. Per raccontare bisogna innanzitutto sgomberare il campo: scegliere, tra tutte le storie possibili, una storia e, tra tutti i personaggi possibili, quei personaggi. David Mamet paragona una grande narrazione a una partita perfetta, ricca di capovolgimenti di fronte, che, vista a posteriori, sembri diretta in ogni momento verso una conclusione appagante e inevitabile.
Le strutture narrative sono i modelli grazie ai quali è possibile organizzare entro una logica di senso la caotica messe di eventi dell’esperienza: dalla teoria dei tre atti, alla curva di fortuna del personaggio, il passo è breve, e l’eroe non è l’unico a compiere un viaggio, perché il primo a partire per l’avventura è proprio chi scrive la storia. L’originalità di un racconto coincide con l’unicità del punto di vista. Del resto, diceva Flaubert: “Madame Bovary c’est moi!”.
Contributi: Aristotele, K. Vonnegut,, J. Gottschall, Fratelli Grimm, L. Fearn, P. Virzì, D. Mamet, H. Levi
Strumenti insoliti per gestire i conflitti e le relazioni professionali
Lo humor è considerato uno degli strumenti di comunicazione per eccellenza, in grado di attivare risorse straordinarie per l’immaginazione, la creatività, l’equilibrio emotivo, la riduzione dello stress.
Lo humor consente di sfuggire alla relazione qui-io-ora, per questo si rivela efficace anche nella gestione dei conflitti e nelle relazioni in ambito professionale. È uno strumento utile per il parlare in pubblico, il marketing, il lavoro di gruppo, perché nella comunicazione contemporanea è fondamentale generare empatia immediata e offrire un aggancio emotivo in chi ascolta, attivando nuovi percorsi neuronali attraverso le tecniche del pensiero laterale.
L’obiettivo è ridefinire lo humor quale elemento chiave nell’esperienza umana non tanto (e non solo) come genere, quanto come condizione naturale verso cui tendere.
Contributi: Woody Allen, E. Keret, S. Veronesi, M. Hamis, G. Carlin, E. DeBono
CALENDARIO
Segnalo in agenda
Il sabato, dalle 11 alle 13 e dalle 14 alle 18, farai lezione con Emiliano Poddi; la domenica, dalle 9.30 alle 13.30, seguirai le lezioni di Filippo Losito.