TRACK
Temi, tecniche, strumenti.
In parallelo all’insegnamento del College, corrono dei binari: sono percorsi specifici in cui si imparano nuovi strumenti utili per raccontare storie. Si possono affinare tecniche già sperimentate nel College, oppure concentrarsi su temi e nodi fondamentali di narrazioni ben precise.
Un Track dura quattro weekend e nell’arco di un anno se ne possono seguire due.
FIGURE
Guardare le figure: è quello che accade da piccoli, il primo modo di leggere un libro. Esplorare un’immagine, distinguere gli elementi che la costituiscono, individuare costanti, riconoscere le eccezioni, ignorare un dettaglio, essere turbati da un altro particolare. Si guardano le figure e silenziosamente, senza averlo deciso, ciò che nelle figure parla stabilisce legami con ciò che nelle figure tace: ingenera forme, fabbrica un organismo che si proietta in avanti e che chiamiamo storia.
In Figure si studia innanzitutto quanto accade prima delle figure, all’inizio. All’alba del proprio sguardo, quando si aprono gli occhi – ma basta anche solo socchiuderli, anzi a volte è meglio socchiuderli invece di spalancarli –, e il caos che si ha davanti si trasforma in cosmo: un ordine complesso fatto di regole fragili, di anomalie robuste e selvatiche. Insieme, si risalirà dalla foce – ciò che si vede – alla sorgente: come si vedono le cose, perché in quel modo e non in un altro. A quel punto, percorrendo l’itinerario opposto, dalla sorgente alla foce, ci si renderà conto che le figure che si vedono, si inventano e si collegano sono sempre mescolate alla sostanza più profonda dello sguardo: un’origine che non se ne sta disciplinata dietro di noi, ma ci precede, ci attende e si rivela in tutto ciò che guardiamo.
IN CATTEDRA
GIORGIO VASTA

FLOW WRITING
Cinquant’anni fa, un giovane dottorando della Chicago University diede vita a uno studio che lo portò a definire quello che è oggi conosciuto come lo stato di maggiore efficienza del cervello umano: il Flow. Oggi se ne conoscono le caratteristiche, le condizioni personali e ambientali che ne facilitano lo sviluppo, le sue origini evolutive, e l’importanza che ha ricoperto nel raggiungimento dei più importanti traguardi della specie umana, e per la composizione delle sue opere creative più ambiziose. Forse nessuna impresa, nessun testo, può essere impostato e orchestrato senza un’immersione – seppur parziale o inconsapevole – in questo stato, perché quello a cui attinge un essere umano per qualunque sforzo creativo non può essere navigato dalla sola coscienza. Non era possibile per Kerouac mentre scriveva On the Road, ma neanche per Proust mentre di notte, seduto a letto in una scomoda posizione, buttava giù pagine su pagine della sua Recherche.
Insieme, si andrà a scoprire e sperimentare quale incredibile strumento abbia a disposizione la nostra mente per affilarsi come un rasoio e tentare imprese apparentemente impossibili, tra cui la scrittura di un buon racconto o un buon romanzo. Si capirà anche, attraverso le voci di diversi scrittori, quali siano i compromessi che bisogna accettare quando si entra nel dominio delle parole e quando ci si riaffaccia sul mondo con in mano un libro.
IN CATTEDRA

PIETRO GROSSI
Considerato dalla critica come una delle voci più originali della sua generazione, ha pubblicato otto volumi di romanzi e racconti (Touché, Pugni, L’acchito, Martini, Incanto, L’uomo nell’armadio, Il passaggio, Orrore). Ha vinto alcuni dei più importanti premi letterari italiani, tra cui il Premio Campiello Europa, il premio Piero Chiara e il premio Isola di Procida Elsa Morante e ha raggiunto le finali di Premio Strega e The Indipendent Foreign Fiction Prize. Oltre a scrivere, si dedica da più di vent’anni all’insegnamento e alla diffusione di scrittura e lettura in teatri e scuole, tra cui la Holden.
INSTABILITÀ
“Ora che abbiamo trovato le risposte, sono cambiate le domande.”
A. Einstein
La precarietà del mondo, tra pandemie e nuove tecnologie, può causare un certo disorientamento. Esiste un modo per cambiare direzione senza perdere mai la rotta, rimboccandosi le maniche e imparando ad allenare la propria instabilità.
Insieme, si esploreranno i deserti e le praterie che la rivoluzione digitale ha generato, si espanderanno gli orizzonti e si trasformeranno i percorsi lineari in spazi multiformi. Si cercherà un modo per aumentare, affinare e mettere a sistema nuove competenze, in modo veloce e preciso. Si imparerà ad imparare in fretta e si perfezionerà la nostra capacità di modificare, strutturare e, soprattutto, raccontare in forme e modalità diverse la nostra storia.
In un mare così agitato, a volte sarà meglio usare una tavola da surf per muoversi velocemente, anziché le bombole d’ossigeno per andare in profondità. Ma quel che è sicuro è che ci sarà da divertirsi.
Consapevolezza – Quando un uomo con la pistola incontra un uomo con il computer
Le nuove tecnologie hanno aperto le porte di altri mondi e le praterie da esplorare sono infinite. Per cavarsela serve avere un buon cavallo, una mappa precisa e munizioni a sufficienza. Non è la trama di Westworld, ma è il mondo in cui la rivoluzione digitale ci ha catapultati. Prima regola: la cosa peggiore che si può fare se ci si trova nel Far West è non sapere di essere nel Far West.
Laboratorio 1 – Esplorazioni e conquiste: si prende una storia e si trasforma in un universo narrativo.
Duttilità – Da grandi trasformazioni derivano grandi possibilità
Il mondo del lavoro è come un mare in tempesta. Seconda regola: sciare è bello, ma forse è il momento di imparare anche a nuotare.
Laboratorio 2 – Trasformazioni: la nostra storia cambia stile, mezzo, genere, punto di vista.
Trasversalità – La vita è come una scatola di cioccolatini
Nel Cinquecento un maestro d’armi giapponese decise di dedicare tutta la sua vita a raccogliere, sintetizzare e sublimare in 60 regole tutti i segreti dell’antica disciplina del tiro con l’arco. Non appena completò la sua ricerca, in Giappone vennero introdotte le armi da fuoco. Terza regola: a volte è meglio saperla larga, invece che saperla lunga.
Laboratorio 3 – Contaminazioni: la nostra storia in più linguaggi, contemporaneamente.
Spettacolarità – The pitcher in the rye
In una scena del film Ghost del 1990, il fantasma di Sam Wheat tenta disperatamente di avvisare la sua fidanzata Molly che l’uomo che ha davanti e che sta tentando di approcciarla è in realtà il mandante del proprio omicidio. Ma lei non può vederlo né sentirlo, e il suo messaggio rimane inascoltato. Quarta regola: per farsi ascoltare, bisogna prima farsi guardare.
Laboratorio 4 – Accampamenti: la nostra storia confezionata e presentata in un racconto memorabile.
IN CATTEDRA

FRANCESCO NAPPI
Creativo, copywriter e transcreator freelance per numerose agenzie, dopo il diploma alla Holden ha collaborato con Alessandro Baricco al progetto POP – Palladio Olimpico Project, alle Mantova Lectures e all’ideazione delle Discipline di Academy, il corso di laurea triennale della Holden. Negli ultimi anni ha tenuto corsi di formazione su storytelling, comunicazione e corporate pitching per quadri e manager di aziende come Generali/Alleanza Assicurazioni, Erg, Basf, Angelini, Amgen, Nico Design, Trentino Social Tank, TicinoWine, Quadrifor, Bolton e Var Group.
PRIMAVERA 2023: COME ISCRIVERSI
COSTO
5.900 euro | anche a rate, con RID bancario
QUANTE PERSONE
18 | nel College Scrivere
20 | nelle classi dei Track
Se si vuole pagare a rate mensili, basta scegliere l’opzione “bonifico” durante l’iscrizione: la Segreteria vi ricontatterà per concludere le pratiche. Tutti e tutte, in ogni caso, dovranno versare un acconto entro 10 giorni dal momento dell’iscrizione.
IN CLASSE
Il programma del College
e dei Track